Divulgazione e (neuro)diversità, il Talk coffee per il Retreat Cnr-Irib

Divulgazione e (neuro)diversità, il Talk coffee per il Retreat Cnr-Irib

22/06/2023

Nell’ambito del Retreat del Cnr-Irib (Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche), Messina 20-22 giugno, si è svolto il primo Coffee talk presso il Museo regionale, che ha inaugurato un nuovo format di divulgazione dell’Irib che proseguirà a settembre. Tra i protagonisti, il prof. Angelo Quartarone, direttore scientifico dell’Irccs Bonino Pulejo di Messina, e il quartetto GLORIUS4, moderati da Marco Ferrazzoli, dirigente tecnologo del Cnr.

Il tema affrontato è quello del rapporto tra modalità espressive artistiche, in particolare musicali, e neurodiversità, declinato attraverso tre domande. Ne sono emersi sostanzialmente il funzionamento “super” del cervello di musicisti e cantanti, attestato dalla minor attivazione durante l’esecuzione di una semplice scala musicale, e le straordinarie potenzialità terapeutiche della musica, dimostrate tra l’altro dal “risveglio” dal loro torpore di pazienti alzheimeriani e parkinsoniani.

Sono stati mostrati al pubblico un’ex ballerina e un ex jazzista, rispettivamente stimolati dal “Lago dei cigni” e da un brano di Cab Calloway, e alcuni pazienti coinvolti in un ballo al ritmo di musiche irlandesi, oggetto di video particolarmente emozionali che in rete sono difatti divenuti virali. Il gruppo delle GLORIUS4 (Agnese Carruba, Cecilia Foti, Federica D’Andrea e Maria Chiara Millimaggi) ha interloquito con Ferrazzoli e Quartarone sulla base della propria esperienza ed eseguito a cappella alcuni brani: “Uluaki” (delle Isole Tonga), “More than words” in un mash up con “You’ve got a friend”, “Don’t worry, be happy” e “Tu vuo’ fa’ l’americano”.

Sempre in tema di interazione tra fragilità, neurodiversità e sindrome dello spettro autistico in particolare, la serata ha poi visto l’inaugurazione della mostra “Racconti e ritratti di medicina e malattia”, evento ufficiale del centenario Cnr, in corso dal 10 al 31 luglio e dal 4 settembre al 31 dicembre 2023 sempre a Messina, presso la sede Cnr-Irib, e che si è arricchita, rispetto alle sei stanze delle precedenti edizioni, di una settima stanza dedicata all’autismo. L’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica, infatti, ha sviluppato un expertise unica di ricerca e trattamento dei disturbi dello spettro autistico.

La stanza è stata arricchita dall’esposizione dei quadri di Ugo Prestipino, 31enne con neurodiversità, mentre Samuele Di Meo, 18enne Asperger, ha fatto da guida della mostra per l’ampio pubblico presente. Tra ricercatori e ospiti erano presenti oltre un centinaio di persone, tra le quali il direttore dell’Irib Andrea De Gaetano, i ricercatori Antonio Cerasa, Flavia Marino, Giovanni Pioggia, Alfio Puglisi, Rosa Musotto, il direttore del MuMe-Museo regionale di Messina Orazio Micali, l’assessore comunale Alessandra Calafiore, l’imprenditore Antonio Barbera.

Per informazioni:
Giovanni Pioggia
Cnr – Irib
giovanni.pioggia@irib.cnr.it

“Leonardo, Einstein, Lennon probabilmente erano DISLESSICI”

Forse la dislessia è più comune di quanto si pensi, ma non ha impedito ai grandi pensatori, artisti, scienziati e artisti di fare la storia

«Da bambino non andai mai particolarmente bene o male a scuola. Il mio principale punto debole era una memoria povera, soprattutto per quanto riguarda le parole e i testi; non affollavo la mia memoria con i fatti che avrei potuto trovare facilmente in una enciclopedia…»

Lo racconta Alberi Einstein e questa testimonianza, insieme a molti altri indizi, fanno presumere che l’uomo che ha rivoluzionato la nostra percezione dell’universo fosse dislessico.
Naturalmente all’epoca non si facevano test per verificarla, sono solo supposizioni, così come quelle che tendono ad annoverare tra i gli affetti da DSA Leonardo Da Vinci, Ludwig van Beethoven, Hans Christian Andersen, Emile Zola o Winston Churchill (anche Adolf Hitler). Solo a partire dagli anni Settanta del Novecento il problema è stato messo a fuoco e si sono moltiplicati gli studi.


“Arte e scienza al Maxxi: La mente meditante”

Un ponte tra antiche pratiche e avanzate scoperte delle neuroscienze diventa arte e performance

Un progetto di ricerca che diventa una performance artistica. Un’iniziativa che unisce tre linguaggi universali come arte, scienza e meditazione, e getta un ponte tra antiche pratiche millenarie e le più avanzate scoperte delle neuroscienze. E il progetto “La mente meditante. Art, Science, and an Enlightened Mind”, sperimentale e all’avanguardia, al MAXXI a Roma da120 a124 settembre2022, che nasce dall’inedita cordata tra MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo guidato da Giovanna Melandri; Istituto di Neuros cienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), con il professor Giacomo Rizzolatti, scopritore dei neuroni specchio, e il suo team di ricercatori; Daniel Lumera, biologo naturalista, autore di best seller e riferimento internazionale nelle scienze del benessere e nella pratica della meditazione.


“Ecco che cos’è l’uomo: l’animale che dimentica”

Alla vigilia della nuova edizione dell’Alzheimer Fest, «la Lettura» anticipa le riflessioni di una filosofa e di una classicista sul significato dell’oblio e dell’aiuto verso chi precipita nell’oblio

Nel febbraio di 2022 muore a Münster in Westialia Harald Weinrich, linguista, filologo, letterato. […] Questo settembre avrebbe compiuto 95 anni. […] Giovanissimo prigioniero di guerra in Francia, […]

Harald Weinrich soffrì negli ultimi anni del morbo dl Alzhehner, la terribile malattia che porta l’oblio. Ne fu colpito proprio lui che sull’oblio aveva scritto un saggio magnifico: “Lete. Arte e critica dell’oblio” (1997), dietro il quale si cela una storia di cultura e di amicizia.


“AI MAXXI”

Un evento unico e all’avanguardia nel panorama europeo che metterà in luce il processo neurale dei cervello durante uno stato meditativo elevandolo a opera d’arte, celebrando l’unione tra meditazione, arte e scienza

Daniel Lumera sarà protagonista daI 20 al 24 settembre a Roma in una performance medita, «La Mente Meditante. Art, Science and an Enlightened Mind», presso il MAXXI. Il progetto nasce dall’medita cordata tra lo stesso Lumera, MAXXI guidato da Giovanna Melandri, e Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) con il Professor Giacomo Rizzolatti, scopritore dei neuroni a specchio e il suo team di ricercatori, in collaborazione con HENESIS srl e il sostegno di Solgar Italia Multinutrient S.p.A.

“Epilessia, Simona e ili altri: i 600mila di cui nessuno parla”

Stigma duro a morire: «Io, fuori dal concorso per la mia malattia». Seconda emergenza neurologica in Italia, ma pochi i centri di cura. Scuole impreparate, solo 4 Regioni attrezzate, legge ferma dal 2018

Qualche mese fa Simona, 30 anni, piemontese ha scritto una lettera alllntemational Bureau Epilepsy (Ibe) perraccontare la sua storia: «Sono epilettica da quando avevo 12 anni, dal 2012 vengo curata, nel 2016 mi sono laureata. Lavoravo in un centro di soccorso notturno, poi ho deciso di partecipare a un concorso di selezione come capostazione. Sono stata dichiarata inadatta dalla commissione medica […].

Rende pubblica la sua denuncia Francesca Sofia, presidente di Ibe, prima donna e prima italiana a ricoprire questo incarico, relatore del convegno organizzato in Senato per sensibilizzare decisori e addetti ai lavori: «E un esempio di stigma istituzionale legittimato. In molti Paesi la condizione delle persone con epilessia è molto peggio».

“Ecco come cambia una mente che medita”

L’evento Al Maxxi è un progetto che mostra per la prima volta il processo neurologico e gli effetti del pensiero sull’essere umano. Parla la presidente Giovanna Melandri

Da luogo d’arte a luogo di meditazione e di scienza. È così che si trasformerà il Museo nazionale delle arti del XXI secolo (Maxxi) a Roma, che dal 20 al 24 settembre ospiterà il progetto “La mente meditante. Art, Science, and a n Enlightened Mind”, nato dalla collaborazione con l’Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), il professor Giacomo Rizzolatti, tra i più importanti neuroscienziati al mondo che ha scoperto i neuroni a specchio, responsabili dell’empatia, e il suo team di ricercatori. Ma anche con Daniel Lumera, biologo naturalista, autore di best seller e riferimento internazionale nelle scienze del benessere e nella pratica della meditazione. «È la prima volta in Italia, anzi nel mondo, che si uniscono queste tre dimensioni: arte, scienza, meditazione», dice a TPI la presidente della Fondazione Maxxi Giovanna Melandri.

“Se il bello può curare lo stress”

Ansia e depressione? Lo psichiatra prescrive una visita al museo. A Bruxelles l’insolito esperimento voluto dall’assessora alla Cultura. I medici possono curare i pazienti con ricette per gite gratuite nei luoghi d’arte

Dopo mesi di sperimentazione, da una settimana tra le terapie che possono essere prescritte dagli psichiatri degli ospedali di Bruxelles contro depressione, ansia, disturbi dello spettro autistico, psicosi, disturbo bipolare, esaurimento ci sono anche le “ricette museali”, vale a dire visite gratutite con amici o familiari alla scoperta della Maison du Roi, del museo della Moda e del Merletto, del Centrale d’arte contemporanea, e (degustubus) del Museo delle fogne. Secondo l’Observer l’iniziativa è dell’assessora alla cultura di Bruxelles Delphine Houba che – sulla scia dei medici di Montréal che già nel 2018 prescrivevano ai pazienti depressi o diabetici visite al Musée des Beaux-Arts – ha voluto varare per prima il progetto in Europa.

«L’obiettivo numero uno è ripopolare i musei dopo il lockdown», ha detto all’Observer: «Voglio che tutti tornino nelle nostre istituzioni culturali, anche coloro che – pure prima del Covid – erano intimoriti fin solo dall’idea di entrare in un museo».

L’Uomo della Sabbia

Il brano riportato da uno dei più celebri racconti di Hoffmann racconta la pazzia di Nathanael dopo aver visto l’orrorifica figura di Coppelius strappare gli occhi e rapire quella che il protagonista crede essere la moglie di Spalanzani. In realtà quest’ultima non è che un automa: tuttavia, il gesto di strappare gli occhi si ricollega alla paura dell’Orco Insabbia; questo porta ad uno stato di terribile follia il protagonista.

Spallanzani si dimenava per terra, schegge di vetro gli avevano tagliuzzato il capo, il petto e le braccia e il sangue gli scorreva fuori come da una polla d’acqua. Ma raccolte tutte le sue forze gridò: «Corrigli dietro… corrigli dietro cosa aspetti?… Coppelius… Coppelius mi ha rubato il mio miglior automa… ci ho lavorato vent’anni… ci ho messo anima e corpo… l’orologeria… la parola… i passi… mio, tutto mio… gli occhi… gli occhi rubati a te… dannato… maledetto, corrigli dietro… va’ a prendergli Olimpia… prenditi i tuoi occhi».

E Nataniele vide un paio di occhi sanguinanti sul pavimento che lo fissavano; Spallanzani li afferrò con la mano illesa e glieli scagliò contro colpendolo sul petto.

La follia allora lo attanagliò con artigli roventi e gli penetrò profondamente nell’anima, dilaniandogli la mente e il pensiero.

«Hu, hu, hu… cerchio di fuoco… cerchio di fuoco… gira, cerchio di fuoco… allegro… allegro… bambola di legno, hu, bella bambola di legno, gira…» E si scagliò contro il professore e lo strinse alla gola. Lo avrebbe strangolato se tutto quel fracasso non avesse richiamato molta gente che afferrò l’impazzito Nataniele, sottraendogli il professore che fu subito medicato. Sigismondo per quanto forte non riusciva a tener fermo il forsennato che continuava a gridare con voce orribile: «Bambola di legno, gira, gira» e roteava i pugni.

Infine, unite tutte le forze, riuscirono a sopraffarlo e, gettatolo a terra, a legarlo. Le sue parole si trasformarono in mugolii bestiali. E così pazzo furioso fu portato al manicomio.

Ernst T. A. Hoffmann

Fonte: Ernst T. A. Hoffmann, L’uomo della sabbia e altri racconti, Mondadori, 2019.

Memorie dal Sottosuolo

Il protagonista delle memorie nell’incipit del romanzo descrive il proprio tipo di disagio sociale, di malattia dell’anima che lo porta a ferire le persone intorno a lui, ed il rapporto con i medici.

Sono un uomo malato… Sono un uomo cattivo. Un uomo sgradevole. Credo di avere mal di fegato. Del resto, non capisco un accidente del mio male e probabilmente non so di cosa soffro. Non mi curo e non mi sono mai curato, anche se rispetto la medicina e i dottori. Oltretutto sono anche estremamente superstizioso; be’, almeno abbastanza da rispettare la medicina. (Sono abbastanza colto per non essere superstizioso, ma lo sono.) Nossignori, non voglio curarmi per cattiveria. Ecco, probabilmente voi questo non lo capirete. Be’, io invece lo capisco. Io, s’intende, non saprei spiegarvi a chi esattamente faccia dispetto in questo caso con la mia cattiveria; so perfettamente che neppure ai medici potrò “farla” non curandomi da loro; so meglio di chiunque altro che con tutto ciò nuocerò unicamente a me stesso e a nessun altro. E tuttavia, se non mi curo, è per cattiveria. Il fegato mi fa male, e allora avanti, che faccia ancor più male!

Fëdor Dostoevskij