Faust

Il brano è tratto dal dramma Faust di Goethe. Il protagonista incontra nel suo viaggio, interiore e fisico contemporaneamente (verso le profondità dell’universo e della mente), l’angoscia.

Faust:
Quattro ne ho visto venire, soltanto tre andarsene. Il senso del loro discorso non l’ho potuto intendere. Verso un libero spazio io non ancora
mi sono aperto il passo. Potessi
dal mio cammino la magia rimuovere
e come uomo soltanto starti a fronte, Natura, essere umana creatura allora varrebbe la pena.
Lo ero una volta, prima di cercare nelle tenebre e bestemmiando maledire il mondo e me.
Se un giorno mai di limpida ragione ci sorride, la notte nella trama dei suoi sogni ci chiude.
E, spauriti, si rimane soli.
La porta cigola e nessuno viene avanti. (Di soprassalto).
C’è qualcuno?
Angoscia:
La domanda vuole un sì.
Faust:
E tu, chi sei tu allora?
Angoscia: Faust:
Va’ via di qui!
Angoscia:
Ci sono, ecco.
Sono dove ho da essere.
Sotto parvenza mutevole
la mia potenza è feroce.
Sui sentieri, sulle onde
eterna compagna angosciosa, mai la cerchi, sempre la trovi,
e lusingata e maledetta… l’Angoscia l’hai mai conosciuta?
Faust:
Non ho fatto che correre, io, attraverso il mondo. Ogni piacere l’ho afferrato a volo.
Ho avuto solo desideri e solo
desideri saziati
e nuove voglie; e di forza, così
ho attraversato d’impeto la vita.
La conosco abbastanza, questa terra.
Sull’al di là ci è impedita la vista.
L’uomo si tenga saldo qui e si guardi intorno: non è muto questo mondo a chi sa e opera.
L’Angoscia:
Quando ho qualcuno in mio potere il mondo gli diventa inutile.
Su lui cala buio eterno.
Ha perfetti i sensi esterni
ma tenebre intime lo abitano.
Faust:
Certe sciocchezze non voglio ascoltarle.
L’Angoscia:
Ha da andare? Ha da venire?
Il potere di decidere gli è tolto.
A metà d’una via sgombra vacilla, vede sempre più storta ogni cosa; peso e noia a sé e agli altri
può respirare eppure soffoca, non soffoca eppure non vive.
Faust:
Il tuo potere, Angoscia, insinuante e grande, io non lo riconoscerò.
Angoscia:
Tutta la vita sono ciechi gli uomini: e tu diventalo, Faust, alla fine!
(Gli soffia sul viso).
Faust (accecato):
La notte sembra scendere su me sempre più fonda
ma brilla entro di me una luce chiara.

Johann Wolfgang von Goethe

Carlo Carducci

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