Alla ricerca del tempo perduto

Nell’opera di Marcel Proust non vi è traccia del medico ciarlatano e irriverente nei confronti del paziente.

Voi, signora, vi credevate malata – gravemente malata, forse. Dio sa di quale affezione credevate di scoprirvi i sintomi. E non vi sbagliavate, li avevate davvero. Il nervosismo è un imitatore geniale. Non c’è malattia che non sappia contraffare a meraviglia. Riproduce perfettamente la dilatazione dei dispeptici, le nausee della gravidanza, l’aritmia del cardiopatico, lo stato febbrile del tubercoloso. Se cade nel tranello il medico, come potrebbe non caderci il malato? Ah! Non pensate ch’io sorrida dei vostri mali, non mi prenderei la responsabilità di curarli se non li comprendessi. Del resto, non c’è buona confessione che non sia reciproca. Ecco qua: vi ho detto che senza malattia nervosa non c’è grande artista; ebbene (e alzò gravemente l’indice), non c’è nemmeno grande scienziato. Aggiungerò che, se non si è affetti a propria volta da qualche malattia nervosa, non si può essere, non fatemi dire un buon medico, ma semplicemente un accettabile medico di malattia nervose.

[…] le manifestazioni di cui soffrite svaniranno alle mie parole. E poi, accanto a voi c’è qualcuno che è dotato d’un gran potere e che io, ormai, ho trasformato nel vostro medico è il vostro stesso male, la vostra iperattività nervosa. Sapessi come guarirvene, mi guarderei bene dal farlo. Mi basta impartirgli degli ordini. Vedo sul vostro tavolo un libro di Bergotte. Guarita dal vostro nervosismo, non l’amereste più. Ebbene, come potrei arrogarmi il diritto di scambiare le gioie che vi procura Bergotte con un’integrità nervosa assolutamente inadeguata a darvene di uguali?

Marcel Proust

Enciclopedia Treccani Online

Marcel Proust, “Alla ricerca del tempo perduto” (1913)

Carmen Troiano

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