Briciole. Storia di un’anoressia

Alessandra Arachi, nata a Roma nel 1964, giornalista al Corriere della Sera, con Feltrinelli ha
pubblicato: “Briciole. Storia di un’anoressia” (1994), da cui è stato tratto l’omonimo film per tv con la regia
di Ilaria Cirino (2004). Ne pubblichiamo un breve stralcio. Le altre sue opere sono: “Leoncavallo
blues” (1995), “Unico indizio: la normalità. L’Italia a sud dell’Italia” (1997), “Coriandoli nel deserto” (2012). Ha pubblicato inoltre “Non più briciole” (Longanesi 2015), “Lunatica. Storia di una mente bipolare” (Rizzoli, 2006) e il romanzo “E se incontrassi un uomo perbene?” (Sonzogno, 2007)


« Comincia con tre polpette al sugo questa storia. Tre polpette di carne di vitello vomitate nel bagno di casa con la porta spalancata. “Anoressia mentale”, sarebbe stata la diagnosi psichiatrica. Mio padre non avrebbe mai voluto crederlo.
[…]
Gambe lunghe, ma non magre. Non a sufficienza per me che soltanto scheletrica avrei potuto avere il
mondo ai miei piedi.
[…]
È difficile credere all’anoressia mentale. Chi la osserva da fuori non riesce a concepire che il cibo possa
diventare un nemico all’improvviso. Chi la vive non capisce più come sia possibile per le persone riuscire a
mangiare senza pensieri, senza ansia, senza angoscia.
[…]
E ho scoperto quanto è meravigliosa la vita quando al mattino apri gli occhi e riesci a vedere che fuori dalle finestre c’è la luce. E che è una luce chiara, limpida. Finalmente ho vinto. Ho vinto io. »


La Repubblica – Il dramma dell’ anoressia



Denise De Santana

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