L’illusione della droga ‘sociale’


Una testimonianza lucida e un viaggio all’interno del mondo delle droghe “leggere”, con l’invito ad aprire gli occhi e a guardare il dramma che è presente, soprattutto tra i giovani.

Circa quattro milioni di italiani nell’ultimo anno hanno fatto uso di droghe ‘leggere’.  E’ uno dei dati dai quali parte l’analisi di ‘Degenerazioni. Droga, padri e figli nell’Italia di oggi’ (Rubbettino). Il giornalista e saggista Alessandro Barbano vi ha raccolto dati ed esperienze che confermano come abuso e dipendenza siano solo la cartina di tornasole di una società in cui si è rotto il ruolo generazionale, nella quale le istituzioni formative (scuola, famiglia) hanno abdicato al loro ruolo.

Non si tratta dunque semplicemente di un libro sulla tossicodipendenza, ma di un saggio documentato e – insieme – una testimonianza appassionata sulla “crisi dei valori che ad essa si connette”. Bisogna guardare alla realtà del dramma e non ai fumi delle utopie, spiega l’autore, chiedendo: ‘Che peso ha oggi la categoria dei doveri nell’etica, nell’impegno politico e sociale, nell’educazione?’.

Il libro punta prima l’indice di tutto sui genitori, gli insegnanti, gli adulti. ‘La droga spesso diventa un segreto di famiglia, condiviso tra le generazioni con un silenzio complice’, spiega l’autore, come ‘un male oscuro che dalla famiglia si proietta sulla scuola e in tutti i presidi formativi. Il processo di disintegrazione della morale pubblica è così compiuto’. E la scuola, grande assente sulla droga, è la stessa ‘scuola che non vede il disagio, bullismo o droga, che arretra di fronte al disagio, che lo rimuove. Che ha totalmente chiuso gli occhi e ignora la devastazione, per debolezza e incompetenza. In parte perché i suoi insegnanti sono gli stessi padri cresciuti nel mito della trasgressione. E per difendersi da un accerchiamento capillare di cui ha percepito il pericolo’.

Barbano parla di ‘schiavitù inconsapevole’, per definire una situazione di arrendevolezza ‘in cui il massimo di libertà coincide con il minimo di libertà, la potenza coincide con la debolezza, l’autonomia coincide con la dipendenza, l’intelligenza con la cecità’. Una schiavitù di cui la diffusione della cocaina, con il suo ‘brodo di coltura’ alimentato ‘dagli esempi di modelle e testimonial dalla narice larga, nella cui vita la coca ha un alone di fascino’, è la principale evidenza. ‘Ma su quest’evidenza la società ha chiuso gli occhi’, avverte Barbano, facendoci tornare persino indietro rispetto agli anni ’70 e ’80 dell’eroina e del suo inferno di solitudine e di esclusione. Già, perché la nuova droga garantisce una illusoria, pericolosa ‘socialità fittizia’.

Marco Ferrazzoli

Alessandro Barbano, “Degenerazioni. Droga, padri e figli nell’Italia di oggi” (Rubbettino, 2008)

https://www.store.rubbettinoeditore.it/autore/alessandro-barbano/

Francesca Blasi

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