Fisiognomica e maschere ceroplastiche di Tenchini
Sebbene le origini della fisiognomica siano antichissime, è solo nel ‘500, con gli studi di Leonardo Da Vinci, che si sviluppa la fisiognomica moderna. Successivamente, con il diffondersi della psicanalisi, la disciplina perde valenza conoscitiva, fino al lavoro di ricerca del medico e antropologo Cesare Lombroso (1835-1909), considerato fondatore dell’antropologia criminale, la moderna criminologia.
La fisiognomica si prefiggeva di indagare l’animo umano e le caratteristiche psicologiche di un individuo tramite lo studio del suo aspetto fisico esteriore.
Si ritiene che le origini della fisiognomica siano antichissime: Platone definiva il corpo come tomba o prigione dell’anima, mentre per Aristotele l’anima era la capacità che consente all’organismo di vivere e non può essere separata dal corpo stesso. Entrambi concepivano il corpo come riflesso dell’anima.
Tuttavia, la fisiognomica moderna nasce nel ‘500, con Leonardo Da Vinci (1452-1519), grazie ai suoi studi sui “Moti dell’animo” a partire dai tratti del volto. Leonardo, nella parte terza del suo “Trattato della Pittura”, al punto 290, sottolinea l’importanza del sapere esprimere i moti interiori nell’arte e scrive:
“Farai le figure in tale atto, il quale sia sufficiente a dimostrare quello che la figura ha nell’animo; altrimenti la tua arte non sarà laudabile”.
Tra il 1500 e il 1505 anche Albrecht Dürer (1471 – 1528) si concentra sullo studio della teoria delle proporzioni umane e di conseguenza si avvicina alla fisiognomica. Si era reso conto che le informazioni fornite da Vitruvio nel “De architectura” non erano sufficienti per stabilire leggi di proporzione universalmente valide. Nel 1512/1513 pubblica il suo trattato scientifico Quattro Libri sulle Proporzioni. Scritto, progettato e curato dall’artista stesso, è il primo tentativo di applicare la scienza delle proporzioni anatomiche umane all’estetica. Il lavoro rivela almeno una trentina di fisionomie corporee diverse per uomini, donne, bambini e soggetti anziani, che mostrano l’unicità delle forme corporee o, come diceva Durer:
“…molte forme di bellezza relativa… condizionata dalla diversità di educazione,vocazione e predisposizione naturale”… e quindi presentare “i limiti più vasti della natura umana e… tutti i tipi di figure possibili: figure “nobili” o “rustiche”, femminili o volpine, timide o allegre”.
Questi studi su lineamenti, espressioni del viso e proporzioni corporee accompagnarono teorie e idee della scienza psicologica fino alla fondazione della psicoanalisi, che fece perdere valenza conoscitiva alla fisiognomica. Tuttavia, la fisiognomica fu ripresa dal medico e antropologo Cesare Lombroso (1835-1909), considerato fondatore dell’antropologia criminale, la moderna criminologia. Lombroso affermava che alcune caratteristiche fisiche particolari (grandi mandibole, naso schiacciato, zigomi sporgenti), potessero essere tipiche dei criminali, cui si associavano aspetti di scarso senso morale, cinismo, apatia. E’ interessante notare che, nella sua opera sull’Uomo Delinquente, Lombroso fornisce un atlante fotografico di ritratti che diventarono modelli di riferimento delinquenziale per decenni, inaugurando l’uso delle fotografie segnaletiche, una pratica poi standard nell’identificazione e schedatura dei criminali.
Tuttavia, le fotografie bidimensionali e in bianco e nero presentano alcune limitazioni interpretative mentre vi è evidenza che studiare su preparati anatomici a grandezza naturale e quasi totalmente rispondenti alla realtà aumenta la capacità di riconoscimento del soggetto. Plausibilmente, questa è una delle ragioni alla base delle Maschere Fisiognomiche dell’anatomico e psichiatra Lorenzo Tenchini, di cui Cesare Lombroso fu professore all’Università di Pavia, durante la sua formazione in Medicina e Chirurgia.
La metodologia usata dal Tenchini per le sue Maschere è rimasta un mistero per oltre 120 anni e solo nell’ultimo decennio studi internazionali del gruppo del Prof. Roberto Toni del DIMEC-UNIPR sulle Maschere Fisiognomiche della Collezione conservata a Parma hanno definitivamente fatto luce sul verosimile procedimento di preparazione, alquanto peculiare, di cui è possibile avere dettagli nelle pubblicazioni specialistiche menzionate nella Bibliografia di presentazione della Collezione Tenchini di questa Esposizione (v. sito web specifico) e nel Catalogo della Mostra Internazionale tenutasi a Parma nel 2017 proprio sulla Collezione Tenchini (in vendita presso l’area espositiva delle Maschere al primo piano del Rettorato).
Un’affascinante connessione con il lavoro fisiognomico di Tenchini si può rintracciare nell’opera di Madame Tussaud, che aveva iniziato come artista della cera circa 100 anni prima, durante la Rivoluzione Francese. I suoi ritratti in cera, oggi visibili a Londra, miravano a tracciare la cronaca degli eventi del suo tempo, comportando anche una valenza didattica, come le maschere di Tenchini avrebbero voluto essere “fotografie segnaletiche tridimensionali”, utili per riconoscimento e prevenzione di devianze e crimini.
Roberta Ballestriero, Accademia di Belle Arti di Venezia
By Admin
- 19, Set, 2022
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