Il piacere della lettura, tra lockdown e bella stagione

La lettura è uno dei grandi piaceri della vita, che il lockdown ci ha in qualche modo indotto a riscoprire. Ma anche la bella stagione ha sempre agevolato questa pratica, ahinoi così poco diffusa in Italia. Ecco perché le abbiamo voluto dedicare il Focus monografico del secondo Almanacco della Scienza di maggio 2020. Per realizzare questo Focus sulla lettura abbiamo chiesto ai direttori dei sette Dipartimenti del Consiglio nazionale delle di consigliarci un libro della loro macroarea


La lettura è un piacere, uno dei grandi piaceri della vita, che il lockdown ci ha in qualche modo indotto a riscoprire. Ma anche la bella stagione alle porte, a prescindere da pandemia e ripartenza, ha sempre agevolato questa pratica, ahinoi così poco diffusa in Italia. Ecco perché abbiamo voluto dedicare il Focus monografico del secondo Almanacco della Scienza di maggio a questo tema. Chiariamo subito che con “lettura” non intendiamo riferirci a una tipologia di supporto, che non vogliamo entrare nella rovente e un po’ stantia polemica tra cartaceo e digitale, libro tradizionale ed e-book, tra testi complessi, articoli e sms, whatsapp, chat, post social. Non perché non ci siano differenze: il medium e il messaggio si condizionano a vicenda, insegnava Marshall McLuhan, e la sua lezione è oggi ancora più valida. Ma l’unica possibile strada che abbiamo davanti è una composizione equilibrata tra le diverse forme di scrittura e lettura. Il tomo realizzato mediante stampa a caratteri mobili nato con Johann Gutenberg conserva intatto il suo primato culturale (lo dicono anche i dati della produzione e della fruizione), ma l’incessante avanzamento delle tecnologie della comunicazione è ineludibile, così come la relativa rivoluzione concettuale e cerebrale (riduzione del testo, mescolanza tra lettere e altri segni grafici, accelerazione dell’interazione tra messaggi).

Per realizzare questo Focus sulla lettura abbiamo adottato una chiave inconsueta. Il Consiglio nazionale delle ricerche è il maggiore Ente pubblico di ricerca per dimensioni umane, estensione territoriale ma soprattutto per la multidisciplinarietà che i sette Dipartimenti rappresentano, racchiudendo poi ciascuno di loro un mondo amplissimo di competenze. Abbiamo quindi chiesto ai direttori dei Dipartimenti di consigliarci un libro della loro macroarea, che fosse però adatto al grande pubblico dei non specialisti, scrivendone o facendone scrivere la recensione: il nostro suggerimento è semplicemente quello di seguire i loro suggerimenti, di fidarsi, inanellando una collana di letture che vi terrà compagnia per questo prossimo futuro di auspicato ritorno alla normalità.

Una sola condizione abbiamo posto ai direttori che cortesemente ci hanno risposto: nessun libro che parli di Covid-19, epidemie, pandemie, contagi… Non perché ne manchino ma, al contrario, perché la letteratura scientifica e narrativa sul tema è sterminata e qualche spunto da questa ricca miniera ci permettiamo di suggerirvelo noi. Date intanto un’occhiata alla prima “stanza” della mostra “Racconti e ritratti di medicina e malattia”. Vi ricorda nulla il: “Cantami, o Diva, del Pelìde Achille l’ira funesta, che infiniti addusse lutti agli Achei […] Irato al Sire, destò quel Dio nel campo un feral morbo”? L’incipit dell’“Iliade”, opera che in qualche modo possiamo assumere come punto di partenza della nostra narrativa, ha quale soggetto proprio le epidemie: interpretate come un segno dell’ira delle divinità, certo, ma nella stessa epoca in cui altri autori come Tucidide e Lucrezio forniscono descrizioni sintomatologiche ed epidemiologiche dei contagi che non esiteremmo a definire “proto-scientifiche”.

Da allora a oggi, la lista di autori e opere, spesso capolavori immortali rimasti nel nostro immaginario, va dal “Decamerone” di Giovanni Boccaccio ai “Promessi sposi” di Alessandro Manzoni, per citare i due classici più celebri, dalla “Peste” di Albert Camus a “La pelle” di Curzio Malaparte, per restare al solo ‘900. E poi, citando randomicamente: Giuseppe Belli raccontò in romanesco “Er collera moribbus”, “Allegro ma non troppo” di Carlo Maria Cipolla, “La peste di Londra” di Daniel Defoe, la canzone “La peste” di Giorgio Gaber, “Morte a Venezia” di Thomas Mann, “Cecità” di Josè Saramago, “Inferno” di Dan Brown, sempre di Manzoni la “Storia della colonna infame”, i già citati Tucidide con la “Guerra del Peloponneso” e Lucrezio per il “De rerum natura”, Edgard Allan Poe e “La maschera della morte rossa”, “Nemesi” di Philip Roth, Jack London e “La peste scarlatta”, Gesualdo Bufalino con “Diceria dell’untore”, Gabriel García Màrquez con “L’amore ai tempi del colera”.

Ci fermiamo qui per non togliere spazio ai sette libri consigliati nel Focus, dai quali vi consigliamo di cominciare. Oppure mescolate a vostro piacere. Se il Coronavirus, tra tanti immensi danni e vittime, ci avesse davvero riportato al piacere della lettura facciamo di tutto per non smarrirlo.

Marco Ferrazzoli


Fonte: Almanacco CNR – Editoriale

Almanacco CNR – Consigli di lettura


Denise De Santana

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