Pinocchio

Il povero Pinocchio è vivo o morto? Tre medici si susseguono per accertarsi delle condizioni del burattino, ma solo la Fata riuscirà a trovare la chiave per la sua guarigione.

[…] I medici arrivarono subito, uno dopo l’altro: arrivò, cioè, un Corvo, una Civetta e un Grillo-parlante.

-vorrei sapere da lor signori,- disse la Fata, rivolgendosi ai tre medici riuniti intorno al letto di Pinocchio- vorrei sapere da lor signori se questo disgraziato burattino sia morto o vivo!…

A quest’invito, il Corvo, facendosi avanti per il primo, tastò il polso a Pinocchio: poi gli tastò il naso, poi il dito mignolo dei piedi: e quando ebbe tastato ben bene, pronunziò solennemente queste parole:

-a mio credere il burattino è bell’e morto: ma se per disgrazie non fosse morto, allora sarebbe indizio sicuro che è sempre vivo!

-Mi dispiace- disse la Civetta- di dover contraddire il Corvo, mio illustre amico e collega: per me, invece, il burattino è sempre vivo: ma se per disgrazia non fosse vivo, allora sarebbe segno che è morto davvero!

[…] A questo punto si sentì nella camera un suono soffocato di pianti e di singhiozzi. Figuratevi come rimasero tutti, allorché, sollevati un poco i lenzuoli, si accorsero che quello che piangeva e singhiozzava era il povero Pinocchio.

-Quando il morto piange, è segno che è n via di guarigione—disse sollenemente il Corvo.

-Mi duole di contraddire il mio illustre amico e collega,-soggiunse la Civetta – ma per me, quando il morto piange è segno che gli dispiace a morire.

Appena i tre medici furono usciti di camera, la Fata si accostò a Pinocchio, e, dopo averlo toccato sulla fronte, si accorse che era travagliato da un febbrone da non si dire.

Allora sciolse una certa polverina bianca in mezzo al bicchier d’acqua, e porgendolo al burattino gli disse amorosamente:

-Bevila, e in pochi giorni sarai guarito.

Pinocchio guardò il biacchiere, storse un po’ la bocca, e poi domandò con voce di piagnisteo:

-è dolce o amara?

Carlo Collodi

Treccani Enciclopedia Online

Carlo Lorenzini, Pinocchio (1883)

Carmen Troiano

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