Un dialogo a più voci sulla pandemia da Covid 19
Marco Annoni, ricercatore presso l’Istituto di tecnologie biomediche (Itb), nel libro “Etica dei vaccini” (Donzelli), riflette con altri scienziati sulla campagna vaccinale in corso contro il virus SarsCoV2. Chiama così a dialogare tra loro voci provenienti da diversi ambiti scientifici
Il libro “Etica dei vaccini” (Donzelli) curato da Marco Annoni, ricercatore presso l’Istituto di tecnologie biomediche (Itb-Cnr), propone una serie di approfondimenti e riflessioni di diversi autori sulla campagna di vaccinazione contro il Covid-19.
“Le malattie infettive sono parte integrante della storia dell’umanità e le continue interazioni dell’uomo con i diversi microrganismi hanno modellato, in un processo di co-evoluzione e di selezione naturale, sia il genoma degli esseri umani sia quello dei patogeni” afferma Angela Santoni, professoressa ordinaria di immunologia e immunopatologia all’Università di Roma La Sapienza. Grazie a vaccini e antibiotici, nel corso degli anni 60-70 del’900, viene dichiarata vinta la battaglia contro le malattie infettive però le illusioni vengono presto rese vane dalla comparsa di altre patologie collegate a virus infettivi, come quelle provocate dall’Hiv fino alle recenti Sars e Mers: “Un fattore determinante per la comparsa e persistenza delle malattie infettive soprattutto virali, essendo i virus incapaci di vita autonoma, è la capacità dei microrganismi di mutare velocemente il loro genoma per sopravvivere in ambienti cellulari nuovi e diversi (nicchie ecologiche) ed eludere le difese immunitarie dell’ospite”.
La vaccinazione tramite inoculazione, un’arma importantissima in questa lotta, è stata introdotta in Europa “nel 1721 da Lady Wortley Montagu, moglie dell’ambasciatore inglese a Costantinopoli, dopo aver osservato tale pratica in Turchia e con straordinaria lungimiranza fatto inoculare suo figlio”. I brillanti risultati ottenuti con le vaccinazioni hanno bloccato quella che è stata definita “esitazione vaccinale”, le cui prime avvisagli affondano le radici nella seconda metà dell’800, quando venne dichiarata obbligatoria entro i tre mesi di vita la vaccinazione contro il vaiolo. Questo fenomeno di “esitazione vaccinale”, così definito dal gruppo di esperti Sage (Strategic Advisory Group of Experts on immunization) nominato nel 2012 dall’Oms, si è osservato soprattutto in Occidente. In particolare in Italia, ha determinato una forte riduzione delle vaccinazioni obbligatorie, facendo precipitare il nostro Paese nel 2013 ben al di sotto dell’asticella di sicurezza del 95% raccomandata dall’Oms. Questo non ha in alcun modo fermato l’azione salva vita dei vaccini: “Si è calcolato che i vaccini salvano circa due milioni e mezzo di vite umane ogni anno, circa cinque vite al minuto, e mai nella storia come in questo momento di pandemia da Covid-19 il destino della salute e dell’economia del nostro pianeta è stato (e presumibilmente sarà) così dipendente dai vaccini”.
Quando il virus SarsCoV2, a fine dicembre 2019, fa la sua comparsa in Cina, l’umanità sembra del tutto impreparata di fronte a questa nuova realtà. Convinto che i virus pandemici fossero eventi confinati nella storia passata, il mondo si è ritrovato completamente impreparato, obbligato a ripensare le tradizionali modalità di incontro e di lavoro, con le strutture sanitarie sul punto di collassare e con le persone confinate in una sorta di isolamento sociale. Rispetto ad altre pandemie del passato, come quella dell’influenza spagnola che provocò circa 50 milioni di morti e oltre 500.000 casi di contagio, le cose sono andate molto diversamente. In brevissimo tempo, la comunità scientifica ha saputo isolare e sequenziare il virus, mettere a punto cure diverse e produrre vaccini efficaci. Tuttavia i risultati ottenuti non hanno posto fine alla crisi del SarsCoV2. Negli Stati Uniti e nel resto del mondo, quando “il 12 aprile del 1955 fu pubblicamente dichiarato che il vaccino Salk per la poliomielite si era dimostrato sicuro, efficace e potente” ci fu un tripudio di gioia collettiva. Mentre il 9 novembre 2020, “quando fu annunciato che il vaccino a mRna Pfizer-BionTech si era dimostrato efficace e sicuro, le reazioni sono state positive ma decisamente meno eclatanti”. A causa di una comunicazione scientifica spesso caotica e disordinata, dell’aggravarsi della crisi e della sfida rappresentata dalla distribuzione del siero vaccinale in tutte le parti del mondo, la notizia non è stata accolta come una liberazione.
Coinvolgendo voci provenienti da ambiti diversi tra loro (immunologia, biologia, etica pubblica, diritto, filosofia della scienza, bioetica), il contributo di Evandro Agazzi, Marco Annoni, Enrico M. Bucci, Carlo Casonato, Lorenzo d’Avack, Alberto Giubilini, Manuela Monti, Telmo Pievani, Carlo Alberto Redi, Angela Santoni, Marta Tomasi, cerca di rispondere a una serie di domande: quali ragioni permettono di giustificare o contrastare l’imposizione di un obbligo vaccinale a tutta la popolazione? Come dovremmo ripensare la nostra coesistenza con altre forme di vita biologica e con gli ecosistemi per ridurre il rischio di nuove pandemie? È giusto permettere agli operatori sanitari di non vaccinarsi o ciò rientra, invece, tra i loro obblighi morali, deontologici e professionali? Quale mondo dovremmo immaginare, progettare e costruire una volta che l‘attuale emergenza sarà finalmente passata? Sono solo alcuni degli interrogativi a cui gli autori del volume hanno cercato di dare una risposta per “aiutarci a capire come dovremmo vivere e decidere in situazioni morali difficili e complesse”.
Gianmaria Carpino
Marco Annoni, “Etica dei vaccini”, Donzelli Editore (2021)
Fonte: Almanacco CNR – Recensioni
By Denise De Santana
- 4, Set, 2022
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