Tiresia

Odisseo discende negli inferi e l’indovino Tiresia gli predice il tormentato ritorno in patria a causa di Poseidone.

Dicevo: ‹Circe, mantieni la promessa che mi facesti, di lasciarmi andare a casa. Ormai lo desidero anch’io, e sono impazienti gli altri compagni: mi rodono l’anima di continuo, sospirando intorno a me quando tu sei lontana.› «Così dicevo. E lei subito mi rispondeva, la divina tra le dee: ‹Sì, Odisseo, non rimanete più ormai contro voglia nella mia casa. Ma voi dovete prima compiere un altro viaggio e andare alle case di Ade e della terribile Persefone per consultare l’anima del tebano Tiresia, l’indovino cieco. Hai da sapere che il suo spirito vitale è immutato: a lui, anche dopo la morte, Persefone concesse la mente. Lui solo ha sentimento e intelligenza. Gli altri invece svolazzano laggiù come ombre.›

[…] «E venne avanti l’anima della madre morta: sì, Anticlea, la figlia del magnanimo Autolico, che lasciavo viva partendo per Ilio. E io a vederla piansi ed ebbi compassione: tuttavia neppure così, sebbene fossi profondamente addolorato, la lasciavo accostarsi al sangue prima d’interrogare Tiresia.

«E venne avanti l’anima del tebano Tiresia. Aveva in mano lo scettro d’oro: mi riconobbe e disse: ‹O figlio di Laerte, discendente di Zeus, Odisseo versatile e scaltro, perché mai, infelice, hai lasciato la luce del sole, e giungesti qui a vedere i morti e la regione che non ha gioia? Ma scostati dalla fossa, tieni lontano la spada: voglio bere del sangue e dirti poi la verità.›

«Così parlava. Ed io mi trassi indietro e cacciai giù nella guaina la spada.

«E lui, quando ebbe bevuto il sangue nero, allora mi rivolgeva parole, l’indovino irreprensibile. Diceva: ‹Il ritorno tu cerchi di conoscere, glorioso Odisseo, il dolce ritorno in patria, che un dio ti renderà doloroso. Non riuscirai, io penso, a sfuggire all’Enosigeo che ti serba rancore in fondo all’animo. Egli è adirato perché gli accecasti il caro figlio. Ma anche così tornerete pur sopportando sventure, se vorrai frenare la voglia tua e dei compagni, non appena accosterai la nave all’isola Trinacria  scampando al mare.

Omero

Treccani Enciclopedia Online

Omero, Odissea

Carmen Troiano

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